IL PALAZZO Principe di Aragona

Questo bellissimo e maestoso palazzo, simbolo stesso di Aragona, dall‘aspetto severo, massiccio e bloccato, smussato ai suoi lati esterni da quattro logge (due delle quali, nel corso del tempo, sono state murate, una è stata chiusa a vetrata e solo una è intatta e conserva e testimonia parte degli affreschi del famoso pittore fiammingo “Borremans”), si ricollega ai precedenti modelli di edilizia palaziale cinquecenteschi. Gli eventi storici, le trasformazioni, le vicende personali e le diverse condizioni economiche di chi lo ha posseduto hanno lasciato testimonianze che costituiscono oggi un articolato sistema dove si alternano l‘alta qualità architettonica e momenti in cui le trasformazioni rendono difficile la lettura dello stato originario.

Quadro del Palazzo Principe

Intorno al 1703, anno in cui il principe Baldassare Naselli IV prese i voti sacerdotali, il palazzo acquista l‘aspetto di dimora aristocratica e di un aulico convento. Al piano nobile venne realizzata una cappella privata comunicante con la camera da letto del Principe e con la loggia centrale.
Agli inizi del Settecento il Palazzo raggiunge il massimo splendore grazie al Principe Baldassare Naselli Branciforte, che lo arricchisce con nuovi arredi, una ricchissima quadreria e con la realizzazione di diversi affreschi affidati al pittore fiammingo Borremans.
La morte del Principe, avvenuta nel 1753, e i primi problemi finanziari della famiglia, segnano l‘inizio della decadenza del palazzo.
Nel 1875 furono apportate alcune trasformazioni al Palazzo grazie al Principe Luigi Burgio Naselli, che, dopo aver intrapeso la vita sacerdotale, fece costruire l‘attuale cappella a piano terra. Il Principe cominciò anche ad operare in ambito sociale e tra i suoi beneficiari vi erano le suore dell‘Ordine delle Figlie della Carità si San Vincenzo dè Paoli, alle quali concesse prima la dependance, poi una stanza a piano terra con annesso un piccolo spezzone di terreno ed infine l‘intero palazzo. Nel 1887, con atto rogato dal notaio Antonio Schiavo di Aragona, fondò l‘Istituto Orfanotrofio Femminile Principe di Aragona la cui gestione era affidata alle Figlie della Carità.

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